10 MARZO, Il Voto delle Donne compie gli anni

il voto delle donne

Il 10 Marzo del 1946 è una data storica, importantissima per il voto delle donne in Italia.

Da questo giorno in poi, tutte le donne italiane, con età superiore ai 25 anni, possono finalmente recarsi alle urne per esercitare il loro diritto di cittadine.


IL PERCORSO FEMMINILE VERSO IL 10 MARZO E IL VOTO DELLE DONNE IN ITALIA

votazione femminile

Il percorso femminile verso il voto inizia nell’Ottocento quando l’Italia non è ancora unita e ogni regione ha le sue regole.

In Lombardia ad esempio, le donne benestanti, amministratrici dei loro averi, possono esprimere la loro preferenza elettorale in ambito locale attraverso un tutore. In alcuni comuni possono anche essere elette. In Toscana e in Veneto possono votare, ma non essere elette.

Con il plebiscito del Veneto nel 1866, le donne ottengono per la prima volta di votare per l’Italia Unita, anche se in urne separate.


DOPO L’UNITA’ D’ITALIA IL GIOCO SI FA DURO

il voto delle donne

Con l’unione d’Italia viene data per scontata l’esclusione delle donne dalla vita politica.

Nel 1861 le donne lombarde, portano alla Camera una petizione per rivendicare il diritto di voto in loro possesso prima dell’Unità e chiedono di estenderlo anche a tutto il paese.

Seguono innumerevoli tentativi di ammettere le donne al voto, almeno le contribuenti nubili o vedove.

Nel 1865, con l’articolo 26 della legge 2248 del 20 Marzo, la donna viene dichiarata ineleggibile e, messa allo stesso livello di analfabeti, falliti e condannati. Si dichiara:

“I nostri costumi non consentirebbero alla donna di frammettersi nel comizio degli elettori, per recare il suo voto”

Anni dopo, parallelamente al tentativo di ottenere il suffragio universale, seguono progetti di riforma con cui si tenta di comprendere anche il genere femminile . Alla fine del 1800 viene ottenuto il voto per gli analfabeti di sesso maschile maggiorenni, ma si nega ancora il voto femminile, asserendo che la donna debba occuparsi principalmente della famiglia.


 

LE GRANDE GUERRA E IL FASCISMO E IL VOTO DELLE DONNE

la lotta per il voto femminile

Le donne vengono considerate, per la loro natura, incompatibili con la vita politica, ma piano piano iniziano ad emergere opinioni differenti e, nel 1890 le donne ottengono un primo piccolo successo, con il permesso di votare nei consigli di amministrazione degli enti benefici. 

Con l’avvento della Grande Guerra l’assetto sociale cambia perchè le donne, dovendo sostituire gli uomini andati al fronte, iniziano a prendere parte alla vita lavorativa, fino ad allora riservata esclusivamente al genere maschile.

A inizio del 1900 sia Don Luigi Sturzo che Gabriele D’Annunzio si dichiarano pubblicamente favorevoli all’estensione del voto alle donne.

Quando Benito Mussolini sale al governo, promette di concedere il voto amministrativo alle Italiane con un discorso in cui rassicura gli uomini e loda la docilità delle suffragette italiane.
Tre anni dopo entra in vigore una legge che permette il voto alle donne in ambito amministrativo, ma viene resa quasi immediatamente inutile dalla riforma podestarile che annulla ogni elezione locale.


CON LA RESISTENZA LE DONNE DIMOSTRANO IL LORO VALORE

suffragio femminile

Con la seconda guerra mondiale, le donne rimpiazzano nuovamente gli uomini nei loro posti di lavoro e partecipano anche attivamente alla resistenza, dimostrando di poter fare qualcos’altro oltre che le casalinghe.

Al termine della guerra, i partiti capeggiati da Alcide De Gasperi (Democrazia Cristiana) e Palmiro Togliatti (Partito Comunista) decidono di estendere il suffragio anche alle donne e iniziano a preparare il decreto Bonomi, dal nome del Presidente del Consiglio di allora.

Dopo circa un anno, il decreto n. 74, datato 10 marzo 1946, conferisce alle italiane di almeno 25 anni di età, la possibilità di votare e di essere elette.

Il 2 giugno 1946 le donne si recano per la prima volta alle urne.

Le donne elette sono 21, cinque di loro (Maria Federici, Angela Gotelli, Nilde Jotti, Teresa Noce, Lina Merlin), entrano nella Commissione per il progetto della Costituzione Italiana, che con l’articolo 3 garantirà legalmente alle donne pari diritti e pari dignità sociale in ogni campo.

E’ in questo periodo che la mimosa viene scelta come simbolo per i festeggiamenti della Giornata internazionale della donna.


IL VOTO FEMMINILE ARRIVA IL 10 MARZO 1946

il voto femminile

Nel 1946, in ritardo rispetto agli altri paesi occidentali, anche in Italia le donne possono mettere una croce per esprimere le loro preferenze politiche.

La legittimazione morale viene data da Papa Pio XII che interviene pubblicamente con queste parole:

Ogni donna, dunque, senza eccezione, ha, intendete bene, il dovere, lo stretto dovere di coscienza, di non rimanere assente, di entrare in azione per contenere le correnti che minacciano il focolare, per combattere le dottrine che ne scalzano le fondamenta, per preparare, organizzare e compiere la sua restaurazione

Malgrado ciò le donne si recano al voto sotto gli sbeffeggiamenti di vari giornali e personaggi pubblici. Il diritto femminile di votare viene ridicolizzato e si mette in dubbio la capacità della donna di poter esprimere un’opinione politica.

Un famoso quotidiano pubblica, tra gli altri, un articolo intitolato “Senza rossetto nella cabina elettorale” dove raccomanda alle donne a presentarsi a votare senza rossetto, per non macchiare le schede con il rischio di renderle nulle. 

Un attore del tempo dichiara:

“Voto alle donne: l’importante è che continuino a fare quello che fanno, anche votando; sono tanto carine…”.

Sono solo alcune riviste femminili e pochi altri a supportare le donne, spronandole a farsi sentire. Cercano in tutti i modi di comunicare loro che, oltre le mura domestiche, esiste un mondo intero da scoprire.


LE LOTTE DELLE DONNE OLTRE AL VOTO OTTENUTO IL 10 MARZO

lotta per il voto femminile

Nel mondo le donne hanno sempre dovuto lottare per ottenere pari diritti a quelli maschili. Oggi si è ancora lontani dalla parità di genere, ma qualche passo è stato fatto. 

In questo periodo si sta tuttavia assistendo in tutto il mondo ad un tentativo di involuzione per svariati motivi e ancora oggi la donna è spesso considerata inferiore e viene continuamente mortificata nel fisico e nell’animo.

Tante le lotte femminili, oltre a quella per il diritto al voto, per affermare la propria indipendenza. Alcune vinte, alcune ancora in corso.

Vari avvenimenti, che vediamo continuamente accadere sia in Italia che nel mondo, devono farci riflettere ogni giorno che la libertà di pensiero e l’indipendenza non vanno mai date per scontate, ma devono invece essere considerate tesori preziosi da proteggere con forza.