Per certe donne ESSERE VERGINE NON BASTA. Deve essere certificato da un “esperto”.
Per essere legittimate nella società, per lavorare o solo per essere accettate da un uomo come mogli, devono esibire un documento che attesti di non essersi mai fatte “violare” da nessuno. Per avere questo “lasciapassare” si sottopongono ad un esame odioso, invasivo e scientificamente inutile.
Una pratica tribale che si pensa appartenga a mondi o epoche lontane, eppure sta succedendo ora e anche molto vicino a noi.
E’ dalla cronaca francese che qualche giorno fa emerge il problema dei certificati di verginità, ma viene spontaneo pensare che sia un fenomeno presente in tutta Europa.
In Francia si prova ad affrontarlo tra mille controversie e tanti dubbi.
FRANCIA VS CERTIFICATO DI VERGINITA’
Pochi giorni fa il Governo francese ha annunciato una legge per vietare e punire penalmente chi si presta ad emettere “certificati di verginità”.
Sono documentazioni prive di ogni valore legale, rilasciate dopo un esame inutile e invasivo, che viola i diritti umani di chi lo subisce. Vengono richiesti per le giovani in procinto di sposarsi, prevalentemente dai genitori o dai futuri mariti. E’ un fenomeno non particolarmente diffuso, ma presente soprattutto tra appartenenti a religioni integraliste.
Il governo francese vorrebbe eliminare questa pratica barbara e sessista, sia per tutelare donne che si trovano in posizioni di vulnerabilità, che per contrastare l’isolamento di certe comunità religiose.
UN DUBBIO LEGITTIMO
E’ la proposta di una legge civile e giusta, contro una pratica tribale che paragona la donna a una merce da etichettare e cedere al miglior offerente.
Viene però sorprendentemente contestata, con una lettera apparsa sul quotidiano Liberation. La firma appartiene a un gruppo di ginecologi francesi che, seppur contrari ai test di verginità, ritengono che la loro emissione possa paradossalmente tutelare queste donne.
Tra i medici che chiedono al governo una riflessione, ci sono personaggi di spicco come il direttore del reparto Ostetricia e ginecologia dell’ospedale parigino Bicêtre, la presidente del collettivo femminista Cfcv e il presidente di Gynécologie Sans Frontières.
«Ci capita di dover fornire questo certificato a una giovane donna per salvarle la vita, per proteggerla perché è indebolita, vulnerabile o minacciata»,
I medici francesi considerano i test della verginità ingiusti e degradanti, ma ritengono che possano salvare la vita alle donne che li subiscono. Renderli illegali porterebbe le famiglie a ottenerli clandestinamente, con rischi per la salute delle donne e pericoli effettivi se non venisse certificata la loro illibatezza.
“Criminalizzare la pratica, per quanto giusto in linea teorica, significa esporre queste donne ancora di più alla violenza maschile che le circonda, costringendole al ricorso alla clandestinità o addirittura a viaggiare all’estero.”
I ginecologi ritengono che la visita medica potrebbe essere un’occasione per stabilire un contatto con queste donne. Potrebbe aiutare a capire quanto esse siano davvero libere nel sottoporsi al controllo. Un modo anche per convincerle a chiedere aiuto in caso di violenza o manipolazione.
E’ molto difficile e doloroso anche solo immaginare che un qualsiasi stato Europeo, basato su principi liberal-democratici, possa soprassedere, dando una sorta di legittimazione, seppur motivata, a uno strumento così oppressivo e discriminante.
Il dubbio che viene posto non è comunque trascurabile.
LA CULTURA DELLA VERGINITA’
Da questa vicenda emerge una realtà complessa e retrograda, fatta di dominio e paura. Si parla di minoranze appartenenti a religioni integraliste, in cui le famiglie richiedono questi certificati per legittimare le proprie figlie agli occhi del promesso sposo.
Sembra incredibile sentir parlare nel 2020 di “certificati di verginità”. Questa notizia ci fa ripiombare in rituali, credenze e usi spesso dimenticati, ma purtroppo ancora presenti in parecchie culture. Società dove la donna non ha potere decisionale sul proprio corpo e dove la verginità assume un valore essenziale per la sua legittimazione.
Purtroppo continui fatti di cronaca ci ricordano che anche in occidente alcuni preconcetti non sono ancora stati superati del tutto o risultano spesso mal digeriti.
UN ESAME INUTILE, LO DICE LA SCIENZA
Il certificato di verginità è un documento solitamente rilasciato dopo l’esame dell’imene, la membrana che circonda l’apertura esterna della vagina. Una falsa e diffusa credenza ritiene che si laceri durante il primo rapporto sessuale. In realtà i medici dell’OMS ci spiegano che il funzionamento di tale membrana non è proprio così “prevedibile”. Alcune donne ne nascono prive, altre incorrono in una lacerazione dell’imene anche solo praticando sport o usando assorbenti interni. Spesso l’imene copre solo parzialmente il canale vaginale e la penetrazione non può causarne la rottura. Altro esame ugualmente fuorviante è il test detto delle due dita che considera come parametro la rilassatezza della parete vaginale.
Entrambi gli esami sono stati dichiarati inutili dalla comunità scientifica.
UNA ODIOSA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
L’ONU ha più volte affrontato il problema legato ai certificati di verginità. Nel 2018 ne chiede il bando. Dichiara che ci sono ben 20 paesi dove è documentato che donne e ragazze sono costrette a sottoporsi a questo esame. Vengono solitamente obbligate dai genitori e dai potenziali partner, in vista di un possibile matrimonio. Spesso sono costrette anche dai datori di lavoro che considerano la verginità un criterio essenziale per l’idoneità professionale.
Queste ispezioni sono eseguite da medici, ufficiali di polizia o leader di comunità. Spesso in condizioni di igiene precarie. Talvolta vengono fatte frettolosamente e con violenza, fino a provocare lesioni.
Le precisazioni emesse più volte da esperti riguardo la validità scientifica di tali test e la loro pericolosità, fanno si che nel 2019 anche l’OMS si affianchi all’ONU per dichiarare questa procedura una vera e propria violazione dei diritti umani per tutte le donne. Cita inoltre alcune aggravanti legate a casi specifici:
- Nei casi di violenza sessuale ci sono stati che obbligano la vittima a sottoporsi a questo tipo di esame. Il risultato di questo test non scientifico, oltre a far rivivere la violazione subita, può avere un impatto sui procedimenti giudiziari, spesso a scapito delle vittime.
- Per le detenute, facili vittime di abusi e maltrattamenti, gli esami di verginità forzati sono particolarmente intimidatori e umilianti.
- L’ispezione dell’imene viene spesso eseguita su donne arrestate durante proteste o altre forme di attivismo politico. E’ facile intuirne lo scopo intimidatorio e la loro efficacia per impedire alle donne di esercitare i loro diritti.
USATO RICONDIZIONATO: L’ IMENOPLASTICA
E’ un fenomeno diffuso particolarmente tra le donne indiane, ma non solo. Tante le donne, in prevalenza straniere, a cui serve avere un imene intatto, che ricorrono alla chirurgia estetica. L’imenoplastica sembra che rappresenti l’1% degli interventi in questo settore, ma si suppone che per ovvi motivi di privacy sia un dato sottostimato.
QUALCHE NOTIZIA IN PIU’ PER INDIGNARSI
- Un provveditorato scolastico nel 2013 di Sumatra, include la verginità come requisito necessario delle ragazze per essere ammesse alla scuola superiore.
- Già nel 2014, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva pubblicato un manuale clinico, che definiva il test non attendibile da un punto di vista scientifico
- Sempre nel 2014 il Ministero della Salute indiano, emana un protocollo medico-legale che impone l’abbandono del test di verginità su pazienti sopravvissute a episodi di stupro. Ma un’indagine di Human Rights Watch certifica che la pratica è ancora molto diffusa.
- Nel 2015, il comandante delle forze armate indonesiane, dichiara che il test della verginità è necessario e positivo sia per le reclute di sesso femminile che per le fidanzate degli ufficiali maschi.
- Nel 2017, un team di ricercatori dell’Università del Minnesota pubblica un’analisi medica dove conclude che il test della verginità non è utile e può avere un effetto devastante dal punto di vista psicologico, fisico e sociale su chi lo subisce.
- Attuale è l’articolo sul New York Times: un famoso rapper americano T.I. all’interno di un podcast ha raccontato di come abbia fatto sottoporre sua figlia, più volte, nel corso degli anni a questo inutile test.