GRAZZANO VISCONTI Impipatene e guarda in alto

Grazzano Visconti
Grazzano Visconti

“IMPIPATENE E GUARDA IN ALTO” 

Eh si… Il Conte Giuseppe Visconti di Modrone aveva ragione ed ebbe davvero una bella idea, facendo costruire Grazzano. Fu lui infatti che il secolo scorso ristrutturò il suo castello e decise di circondarlo con un parco meraviglioso, completando l’opera con la costruzione di un’intero borgo. E’ così che nacque Grazzano Visconti. Ma la frase iniziale cosa c’entra? Ve lo spiego dopo. Ci sarà un capitolo intero dedicato alle “stranezze” di questo posto.

Il Castello di Grazzano
Il Castello di Grazzano

GRAZZANO VISCONTI

La Grazzano di oggi è un paesino in provincia di Piacenza ed è una meta pop e molto amata dai turisti. Nasce come borgo di artigiani, ma ormai quasi tutte le botteghe ospitano negozi che vendono cibo o souvenir. Durante l’anno si tengono parecchie manifestazioni, alcune in costume, durante le quali, la famiglia Visconti di Modrone permette l’accesso del pubblico al suo meraviglioso parco. Molto apprezzata qui, è anche la cucina tipica piacentina, offerta dai vari ristoranti e trattorie sia dentro al borgo che nelle vicinanze. Piacenza d’altronde è famosa per la qualità a tavola, ma ne parleremo prossimamente.

COME SI RAGGIUNGE

E’ collegato alla stazione ferroviaria di Piacenza da pullman di linea. In auto invece, si esce al casello autostradale di Piacenza Sud e si procede sulla provinciale per la Val Nure.

Grazzano Visconti, la chiesetta del borgo
Grazzano Visconti, la chiesetta del borgo

LA STORIA DEL BORGO

Come accennato, Grazzano è un’invenzione geniale del Conte Giuseppe Visconti di Modrone. Nel progetto, firmato dall’architetto Alfredo Campanini, si scelse di usare lo stile neo medievale. Lo scopo era di creare un luogo piacevole a corredo del castello, ma contemporaneamente si volevano dare opportunità di lavoro ai giovani artigiani del luogo. Il Conte volle qui, anche una scuola di arti e mestieri e nel villaggio furono aperti laboratori e botteghe, che ospitavano gli allievi, al termine dei corsi. Questo ovviamente dette anche un forte stimolo al turismo.
Nel paese, sono presenti alcuni edifici storici: Poche case e la Chiesetta di Sant’Anna che risalgono al XVII secolo, la Chiesa di Cosma e Damiano, ricostruita nel 1650, su un pre esistente edificio del XIII secolo, oltre ad alcuni resti di un antico mulino.
Grazzano Visconti. Caratteristica bottega artigiana
Grazzano Visconti. Caratteristica bottega artigiana

I DIPINTI DEL BORGO

Ci sono tanti dipinti, sparsi sui muri esterni dei vari edifici. Molti di loro sono stati eseguiti personalmente dal Conte Giuseppe a conferma della passione messa nella creazione di questo luogo. Ce n’è uno in particolare, sotto il portico del Palazzotto della Istituzione, molto interessante. Raffigura il Conte con famiglia mentre offre il borgo alla Madonna. Tra i familiari troviamo raffigurato anche il figlio Luchino. Se ve lo state chiedendo la risposta è si… è il famoso regista.
Grazzano Visconti, quadro del Conte
Grazzano Visconti, quadro del Conte
MADONNA DELLA SEDIA
E’ un dipinto che accoglie i visitatori all’ingresso del paesino. E’ opera di Franco Liberi, artigiano formatosi nel borgo alla scuola dei Visconti e sostituisce due precedenti tentativi. Ci furono infatti due opere prima di questa, collocate nello stesso punto, ma entrambe furono rubate.
Grazzano Visconti - Particolare del cortile interno al castello
Grazzano Visconti – Particolare del cortile interno al castello

IL CASTELLO

E’ una proprietà privata della famiglia Visconti di Modrone. Venne costruito nel 1395 da Giovanni Anguissola e nei tempi fu più volte devastato, fu raso al suolo e incendiato dai francesi, fu assaltato dai Lanzichenecchi, venne poi restaurato in più fasi, sia nel 600, che nell’800. L’ultimo intervento fu quello fatto dal Conte Giuseppe, insieme alla costruzione del Borgo Nuovo. Anche qui si decise di adottare lo stile neo medievale. E’ in pietra e laterizio su pianta quadrangolare. Ci sono 3 torri a sezione tonda e 1 quadrata, poste ai vertici. L’edificio vero e proprio occupa tre lati ed è chiuso da un muraglione merlato sull’ultimo versante. E’ circondato da un fossato, su cui rimangono le tracce di un ponte levatoio ora smantellato e sostituito da un passaggio in muratura. All’interno troviamo una corte quadrata con portici.  Le stanze del castello sono visitabili su appuntamento, così come i giardini.
Patio all'interno del Castello di Grazzano Visconti
Patio all’interno del Castello di Grazzano Visconti

IL PARCO

Il Parco che circonda il Castello, si estende su 15 ettari ed è stato realizzato insieme all’ultimo restauro dell’edificio. Metà è in stile inglese e metà è in quello italiano. Ospita una grande varietà di specie botaniche, alcune autoctone, altre provenienti dall’estero. Sono presenti alberi secolari tra cui un platano di 150 anni. E’ bellissimo e vale la pena visitarlo.

CURIOSITA’ E PICCOLI MISTERI

Aloisa il fantasma del castello di Grazzano
Aloisa il fantasma del castello di Grazzano

ALOISA IL FANTASMA INNAMORATO

In posizione semi nascosta si trova la statua di una donna cicciottella con braccia conserte che sembra uno gnomo. Ma chi è questa signora? Il suo nome è Aloisa ed era la moglie di un capitano della milizia, morta di gelosia, dopo aver scoperto che il marito la tradiva. Sembra che il suo fantasma si aggiri di notte nel castello e faccia parecchi dispetti ai visitatori. Gelosa e arrabbiata, se la prende soprattutto con le coppie, che si racconta vengano addirittura prese a schiaffi. Dicono che però sia facile tranquillizzarla, adulandola con qualche regalino. Le sono particolarmente graditi i fiori e piccoli ornamenti. La leggenda vuole che questi oggetti la rendano addirittura complice nella ricerca dell’anima gemella e che non si debba assolutamente osare a lasciarle soldi a meno che non si voglia scatenare la sua ira. E così Aloisa se ne sta lì, vicino alla Piazza del Biscione, con l’espressione compiaciuta, spesso coperta di fiori e oggettini lasciati in regalo da chi spera di essere aiutato a conquistare l’amore.

Grazzano Visconti - Portone con carcasse di uccelli
Grazzano Visconti – Portone con carcasse di uccelli

LA PORTA CON GLI UCCELLI INCHIODATI

Il portone di accesso al Castello Visconteo è veramente impressionante. Su di esso vi sono inchiodati carcasse di uccelli posizionati con le ali aperte. L’unica spiegazione che ho trovato è nel sito di Grazzano Visconti: (Cit: “Si tratta di uccelli predatori catturati nel parco esposti a pubblico ed eloquente monito per scoraggiare eventuali malintenzionati.”)
Biscione simbolo Visconteo
Biscione simbolo Visconteo

CAN DA LA BISSA!

Nel castello e nel borgo si trova spesso il simbolo dei Visconti (presente anche sullo stemma di Milano). Si tratta di un Biscione con un bambino in bocca, sembra quasi che se lo stia mangiando. L’origine del suo significato è incerto. Potrebbe far riferimento al copricapo di un guerriero saraceno, ucciso durante le crociate. Esistono comunque altre leggende più o meno fantasiose. Ne abbiamo una che narra dell’uccisione di un drago che terrorizzava Milano mangiandosi gli abitanti. Alcune altre sono invece basate sulla soppressione di pericolosissimi serpenti assassini.

(NDA: sia la porta che lo stemma fanno pensare a una propensione all’horror di questa famiglia nel corso dei tempi. Sicuramente avevano una tecnica comunicativa molto aggressiva)

“Can da la Bissa!” E’ un esclamazione ancora in uso, che sembra originaria di questi luoghi. Deriva dai numerosi cani da guardia con cui i Visconti usavano viaggiare. Tutti gli animali portavano un collare con il simbolo visconteo della biscia. Da qui la frase nota. Esiste tra l’altro, anche un gruppo musicale, noto nel territorio piacentino, con questo nome.

OTLA NI ADRAUG E ENETAPIPMI

grazzano visconti dipinto misterioso in vari punti del borgo
grazzano visconti dipinto misterioso in vari punti del borgo

Sui muri del borgo si trova in più punti un’enigmatico dipinto dove c’è un cartiglio con una frase misteriosa scritta in caratteri gotici

Grazzano Visconti impipatene

Provate a guardarla da destra a sinistra e leggerete la frase: “Impipatene e guarda in alto”. E’ la sfida rivolta ad eventuali critiche sull’autenticità del borgo. Perchè non conta se le case non sono originali dell’epoca, l’importante è lo scopo che si è posto chi ha pensato questo luogo e soprattutto il risultato che ha ottenuto e consolidato negli anni.