OFRA HAZA, La musica che unisce

OFRA HAZA con la sua voce magnifica, riusciva ad abbattere i confini tra culture e questo era il senso della sua missione. La sua musica ha saputo parlare il linguaggio di chi non ha paura di guardare oltre e negli anni 80 è arrivata ai cuori di tutto il mondo. La sua morte è stata una doccia fredda per un’intera comunità che vedeva in lei un’occasione di riscatto.

Cantante, doppiatrice e attrice, Ofra Haza era un’artista completa e particolarmente eclettica, il suo repertorio spaziava dai canti in stile folk tradizionale fino al pop elettronico tipico degli anni Ottanta. Ha collaborato con prestigiosi artisti in tutto il mondo, conservando sempre la propria identità culturale ebraico-yemenita. Non si è mai piegata al mercato discografico ed ha esportato con la sua musica i profumi, i colori e i suoni tipici di quella terra in cui era cresciuta e che amava. La sua splendida voce inconfondibile, le ha permesso di abbracciare stili differenti senza difficoltà e di conquistare una risonanza planetaria pur cantando nella sua lingua.

Ofra Haza
Ofra Haza

GLI INIZI E LA SUA VITA PER IL CANTO

Nasce nel 1957 a Tel Aviv ed è la più giovane di nove figli. Già in tenera età scopre il suo amore per la musica. Passa tutto il suo tempo a cantare davanti allo specchio, chiedendo ai familiari di sottoporla a delle audizioni.

“Cantare era il suo unico desiderio e ci faceva letteralmente impazzire facendolo dalla mattina alla sera”

Viene scoperta nel coro della scuola e a 12 anni entra a far parte della compagnia di teatro del suo quartiere con cui incide i suoi primi quattro album che trattano dei problemi politici del momento. Qui incontra il suo manager Bezalel Aloni.

Dopo una pausa di circa due anni incide il primo album da solista, che inizialmente viene boicottato per i contenuti. Superato il problema della censura, diventa un successo, soprattutto tra i più giovani, che amano i testi incentrati su una giovane donna in lotta contro i limiti imposti da una società chiusa e conservatrice.

Dal 1980 al 1984 Ofra viene nominata “Cantante dell’ Anno”, la sua fama si diffonde in tutto il Medio Oriente e si classifica al secondo posto all’Eurovision Song Contest. Nello stesso anno esce l’album Yemenite Songs, uno splendido esempio di world-music, che contiene i brani “I’m Nin Alu” e “Galbi”, future super-hit internazionali e anche i suoi due pezzi più celebri.

L’INCIDENTE

Nel 1987, il Cessna su cui viaggia, dopo aver urtato una montagna al confine tra Israele e Giordania, inizia e perdere quota e precipita nel deserto. Seguono ore di ricerche frenetiche e disperate, dopo giorni di angoscia da parte della gente e dei mass-media, Ofra viene fortunatamente ritrovata viva. Il suo manager Aloni, anch’egli sopravvissuto al disastro, racconta che durante quei momenti Ofra lo incoraggiava , dicendo:

“Qualunque cosa accadrà, sarà stata fatta la volontà di Dio”

GLI ANNI 90 E IL SUCCESSO INTERNAZIONALE

Gli anni 90 portano Ofra al successo internazionale. In questo periodo collaborerò con artisti del calibro di Michael Jackson, Sister of Mercy, Iggy Pop e Whitney Houston. Nel 1991 la vediamo anche in Italia al Festival di Sanremo (il video a fine articolo).

Ofra partecipa con altre guest-star al singolo no-profit “Give Peace A Chance”, brano di John Lennon rilanciato in risposta alla Guerra del Golfo. Per l’occasione Yoko Ono radunerà una fitta schiera di artisti, tra cui Adam Ant, Peter Gabriel, Little Richard, Cyndi Lauper, Duff McKagan, Wendy & Lisa e i figli d’arte Dweezil, Moon Unit e Ahmet Zappa.

Da qui in poi, Ofra Haza si farà più volte promotrice di un intento pacifista, riferendosi soprattutto alle popolazioni in conflitto nei paesi arabi. I giovani di entrambe le etnie considerano Ofra Haza un modello positivo.

“La mia musica vuol dire proprio questo: siamo stanchi di combattere”.

 

QUEL MATRIMONIO DAL SAPORE AMARO

Conosce, quando è una splendida quarantenne, Doron Ashkenazi, un uomo d’affari nel settore edile, che dopo un corteggiamento serrato riuscirà a sposarla. Doron si rivela immediatamente un uomo possessivo, irrispettoso. Un tossicodipendente oberato da debiti e legato ad amicizie con personaggi poco puliti che cerca di approfittarsi della ricchezza di Ofra a suo vantaggio. Tanti sono contrari a questo matrimonio, tra cui Aloni, che a causa di questo ingombrante marito, interrompe il rapporto artistico con la cantante.

UN FULMINE A CIEL SERENO

Nel febbraio del 2000, improvvisamente Ofra viene ricoverata in ospedale. Le sue condizioni sono disperate, e dopo tredici giorni di coma si spegne. Ben presto si viene a sapere che il decesso è dovuto a un problema di salute direttamente legato all’Aids.

La famiglia accusa subito il marito. Lui invece sostiene che Ofra si sia infettata in un ospedale turco per una trasfusione di sangue. Doron morirà per overdose l’anno dopo.

Al funerale di Ofra Haza intervengono decine di migliaia tra ammiratori in lacrime e personalità politiche, le nipoti Aya e Dorin, di fianco alla bara recitano:

“Nostra amata Ofra, improvvisamente hai lasciato un grande vuoto in noi, i tuoi genitori, la tua famiglia e tanti fan orfani di te. Stavolta le cure mediche e i libri dei salmi non sono serviti a nulla, e scivoli via tra le nostre dita. Per noi sei rimasta l’umile figlia e sorella di sempre, il talento non ti ha fatto perdere la testa nemmeno quando ti hanno chiamata ‘Regina’. Sei stata brutalmente strappata via nel fiore degli anni, e oggi finalmente raggiungi il coro degli angeli che ti stanno aspettando alle porte del Paradiso. Addio nostra principessa”.